Accanto alle maschere, ai costumi, alle figure nascoste, un ruolo determinante viene offerto dalle mascherèdes, piccoli e burleschi pezzi teatrali di un atto che un gruppetto di attori improvvisati recita per 4 o 5 volte durante l’intero periodo di carnevale.
Le recite vengono presentate in lingua ladina così come tutte le formule rituali appartenenti ai rispettivi ruoli delle maschere guida.
Fino a qualche anno fa le mascherèdes erano scritte o tradotte o adattate da Simon Sorapera de Giulio e successivamente da Fabio Dantone de la Menina.
Di Penia il primo, di Dèlba il secondo, entrambi animati da una profonda passione per le cose di casa, per il teatro, la poesia e la scrittura come mezzo di interpretazione e di comunicazione eterna dalla Vita e della Storia.
Vent’anni ormai sono passati da quando Simon ci ha lasciati e qualche anno fa anche Fabio s’è diretto verso il Cielo.
A loro, il Grop de la Mèscres deve molto e ogni anno li onora e li ricorda attraverso le loro opere, i loro ricordi, la loro scuola.